Il sito dove sorge S. Andrea a Cerreto Maggio è già attestato prima dell’anno Mille col solo nome di Cerreto (denominazione che deriva dalla presenza in loco di un bosco di piccole querce, i cerri o Quercus cerris); l’appellativo “Maggio”, da intendersi come “maggiore” si aggiunse in seguito, per distinguere il luogo da un altro Cerreto di minor importanza, probabilmente sorto a Barberino di Mugello nel XIII secolo, come attestato dai toponimi via di Cerreto e via di Sant’Andrea.
L’attuale campanile della chiesa, interamente in pietra, era in origine la torre di un castello costruito intorno al Mille e che quel castello era la dimora della nobile famiglia dei Cerretani, trasferitisi a Firenze nel 1180 con Jacopo di Spinello de’ Cerreto che fece costruire un palazzo davanti al convento di Santa Maria Maggiore nei pressi dell’attuale via de’ Cerretani.
Nel 1260, dopo Montaperti, il castello ebbe a subire danni dai ghibellini e forse allora la torre maggiore fu trasformata in robusto campanile della chiesetta di S. Andrea. Le grandi pietre che compongono la parte inferiore della torre, estranee alla pezzatura media delle altre, potrebbero avere un’origine molto più antica, in sintonia con le monete di Costantino II (337-340) tovate dal parroco negli anni quaranta.
La costruzione della chiesa di Sant’Andrea al posto del castello come recita la lapide in marmo affiancata dagli stemmi dei Cerretani posta sotto l’altare della Madonna del Carmine nel 1715, risalirebbe quindi al 1270 per opera di Jacopo di Ildebrando di Cerreto Maggio.
I fatti del lunedì di Pasqua del 1944
Don Martinuzzi, parrocoparroco della chiesa dal 1943 al 1952, racconta che durante la seconda guerra mondiale, Cerreto Maggio è stata scenario di un eccidio, passato alla storia come l’Eccidio del Lunedì di Pasqua. Era l’alba del 10 aprile del 1944, quando partì da Firenze un vasto rastrellamento ordinato da Kesselring per testare l’efficacia delle nuove unità antiguerriglia con lo scopo di “bonificare” dai partigiani le pendici orientali di Monte Morello e di mandare un chiaro messaggio agli abitanti delle cascine che spalleggiavano la Resistenza. Dopo essere passati da Cercina, i soldati nazisti seminarono morte anche poche centinaia di metri più sopra uccidendo un boscaiolo, Silvio Rossi originario di Cerreto Maggio, falciandolo mentre era dentro al proprio capanno non lontano da Ceppeto. Contemporaneamente il rastrellamento veniva condotto anche sull’altro versante della montagna, a Morlione, con tutta probabilità seguendo precise indicazioni di qualche spia: Gabriello Mannini venne ucciso davanti ai suoi familiari e gli uomini di casa Sarti (Aurelio e Fortunato) e Biancalani (Giovanni e Savino) subirono la stessa sorte. Le case delle tre famiglie vennero poi date alle fiamme.
Infine il giorno seguente, come riporta una lapide posta all’interno della chiesa, proprio a Cerreto Maggio venne ucciso anche “Cesare Paoli, di 37 anni, lasciando la moglie e tre figli.
A questi martiri della resistenza è dedicato il monumento bronzeo realizzato dallo scultore Marcello Fantoni e collocato nei pressi della Chiesa in occasione del cinquantesimo anniversario, nel 1994.
CURIOSITA’
A Cerreto Maggio, nei locali della chiesa e della canonica, molto somiglianti a quelli di Barbiana, è stato girato lo sceneggiato televisivo prodotto dalla RAI “Don Milani, il priore di Barbiana”, diretto da Andrea e Antonio Frazzi e interpretato da Sergio Castellitto.