La chiesa dell'Immacolata si trova a Firenze, con ingresso principale in via Paoletti e un'altra entrata in via Fabbroni, ad essa è unita la chiesa di San Martino a Montughi, situata in via Stibbert, che, prima della costruzione dell'Immacolata, era la parrocchia della zona.
Per visualizzare le foto di questa pagina come una gallery, clicca sulla prima per ingrandirla e quindi scorri le foto cliccando sulle freccine!
Storia e descrizione
Questa chiesa fu edificata sui terreni dove c'erano le case coloniche dei contadini Guidi, Bigozzi, Cerretelli e Cantini. La famiglia Bigozzi ha poi dato il nome ad una stradina vicina alla chiesa, Vicolo dei Bigozzi.
Il progetto per la costruzione della chiesa fu affidato agli architetti Primo Saccardi, Antonio Abram e Mario Chiari, nipote del parroco don Alessandro Sostegni. Questo progetto fu approvato nel 1935 e, il 16 giugno di quell'anno, iniziarono i lavori per la costruzione, con la posa della prima pietra, alla presenza del cardinale Elia Dalla Costa. La chiesa fu ultimata undici mesi dopo, nel 1936, ma non era ancora del tutto completata. Don Sostegni ottenne due campane dalla Chiesa di Santo Stefano a Rezzano, presso Galliano nel Mugello, campane di stile rinascimentale, una del 1415 e un'altra del 1482, rifuse entrambe nel 1771.
L'Immacolata presenta uno stile romanico molto semplice ed ha in alto un ampio rosone circolare.
All'interno, sopra l'altare laterale sinistro, c'è un affresco di Ermanno Toschi, rappresentante il Sacro Cuore che accoglie l'umanità; a sinistra dell'altare maggiore è stata costruita la Cappella della Madonna, che contiene una Madonna Immacolata in ceramica, opera del maestro Angelo Biancini di Faenza, che fece anche il rivestimento dell'altare.
Nella chiesa dell'Immacolata sono presenti inoltre un fonte battesimale progettato da Daniela Del Tordello, i bassorilievi in legno della Via Crucis di Osvaldo Bulli e un organo.
Nel 1977 la Curia cedette in comodato la Chiesa di Sant'Andrea a Cerreto Maggio alla parrocchia dell'Immacolata, la quale nel corso degli anni ha provveduto alla sua ristrutturazione; tale comodoato si è concluso nel 2018.
Photogallery
Scorcio laterale dell'altar maggiore; in basso a sinistra, sotto il Crocifisso, la consolle dell'organo
La piccola campana, sulla porta d'ingresso in chiesa dalla sacrestia, che "avvisa i fedeli" dell'inizio delle celebrazioni liturgiche
Jacopo Vignali "il Crocifisso portato in cielo da angeli e adorato da San Carlo Borromeo, dal Battista, da Sant'Antonino e da un Santo Vescovo"
Il fonte battesimale di Daniela Del Tordello con, sullo sfondo, l'affresco di Ermanno Toschi, rappresentante il Sacro Cuore che accoglie l'umanità
Il rosone: nel pomeriggio i raggi del sole filtrano attraverso i vetri colorati creando dei bellissimi giochi di luce (nell'immagine ingrandita...)
Giovanni Montini "l'Eterno Padre con i Santi Arcangeli Michele, Raffaele e Gabriele, San Giovanni Battista e un Santo con piviale (forse San Martino?)"

La chiesa vista dall'alto; in basso a destra il nuovo "campino" dell'oratorio, inaugurato il 26 ottobre del 2012, alla presenza dei due giocatori della Fiorentina Pasqual e Lupatelli!

Angelo Biancini "La Madonna Immacolata"
Approfondimenti sulle opere
Il Crocifisso: "(...) di cui non è stato possibile trovare un riferimento a un ambiente originario di provenienza (...) è senza dubbio di un prelievo dalle comunità religiose soppresse con il vario succedersi dei poteri nello Stato toscano (...).
Confrontandolo con due Crocifissi analoghi (...) benché appaia considerevolmente e grevemente ridipinto, può essere senz'altro avvicinato alle opere conosciute di un monaco intagliatore appartenente all'Ordine Camaldolese, don Romualdo del monastero di Candeli.
(...) Come per altre opere dello stesso scultore, si ipotizza per la policromatura l'intervento di Neri di Bicci (1418 - 1492).
[prof. Bruno Santi in "Dal colle al piano - La Parrocchia dell'Immacolata e San Martino a Montughi"]
Copia di scuola raffaellita del quadro di Raffaello "Madonna dell'impannata" dono di Graziella Danti e Gino Nencioni alla parrocchia dell'Immacolata a Montughi (sull'altar maggiore, a destra)

Per curiosità, riproduciamo anche l'originale di Raffaello, dipinta nel 1513-1514 circa, conservata alla Galleria Palatina a Palazzo Pitti.
Il dipinto di Jacopo Vignali: "Il dipinto, che si trovava nella chiesa di San Martino, nel terzo altare dedicato al SS. Crocifisso, rappresenta il Crocifisso portato in cielo da angeli e adorato da San Carlo Borromeo, dal Battista, da Sant'Antonino e da un Santo Vescovo, probabilmente Martino, con sullo sfondo il panorama di Firenze ripreso da Montughi dal borgo La Pietra.
Quest'opera di Jacopo Vignali (Casentino, 1592 - Firenze, 1664) è firmata e datata 1631.
Don Sostegni la consegnò, insieme ad altre, nel 1939 alla Soprintendenza. Trasferito, per interessamento della dott.ssa Monica Bietti, presso il Laboratorio di Restauro della sig.ra Muriel Vervat, è stato poi riconsegnato alla parrocchia e attualmente si trova esposto nella chiesa dell'Immacolata nella navata sinistra.
[da "Dal colle al piano - La Parrocchia dell'Immacolata e San Martino a Montughi"]
Il dipinto di Giovanni Montini: Il quadro, olio su tela centinata, attribuito a Giovanni Montini (Firenze, XVII sec.), rappresenta "l'Eterno Padre con i Santi Arcangeli Michele, Raffaele e Gabriele, San Giovanni Battista e un Santo con piviale (forse San Martino?)". La tela circondava una Sacra Immagine della Vergine con Bambino, opera di un pittore fiorentino del duecento, ora in restauro presso i laboratori della Fortezza da Basso.
Restauratore: laboratori della Fortezza da Basso (rintelatura), Emanuela Salvi (pittura e integrazione pittorica)
Direttore dei lavori: Dott.ssa Monica Bietti
Questo quadro, che si trovava originariamente nella chiesa di San Martino a Montughi (fino a circa il 1910?) e da lunghi decenni nei depositi della Soprintendenza per i beni Artistici e Storici di Firenze, è stato riconsegnato alla nostra chiesa e per ora posto provvisoriamente qui in attesa di un altro quadro della stessa epoca, appartenente sempre alla chiesa di San Martino a Montughi.
La porta del Giubileo del 2000:
Le formelle - Il segno del cammino giubilare della parrocchia dell'Immacolata e San Martino a Montughi.
"Le formelle" è il titolo di un'iniziativa, proposta dal Consiglio Pastorale Parrocchiale, che coinvolse tutti i gruppi della parrocchia come segno esteriore del cammino di ciascuno di essi verso il Giubileo del 2000.
La grande porta di legno, che ricorda nella forma la Porta del Paradiso del Battistero di Firenze, contiene 12 spazi che furono via via riempiti con delle formelle raffiguranti scene dell'Antico e del Nuovo Testamento.
Le formelle furono ideate e realizzate dai vari gruppi e non furono affisse tutte insieme, ma due alla volta durante la celebrazione di alcune festività importanti dell'anno.
Maso da San Friano (Firenze 1532 - 1571) "Madonna con Bambino, San Giovannino e Angeli"


La Madonna Immacolata di Angelo Biancini.
Angelo Biancini nasce a Castel Bolognese nel 1911.
Formatosi a Firenze alla scuola di Libero Andreotti e Arturo Martini, ha vissuto e lavorato a Faenza ed è stato autore di numerose opere in ceramica, nonché di varie sculture monumentali tra cui: due gruppi scultorei per il Ponte delle Vittorie a Verona (1937), le porte e i rilievi per la nuova Basilica di Nazareth (1959), due altorilievi per il Collegio latino-americano e il baldacchino del Tempio dei Martiri Canadesi a Roma (1961), il ciclo scultoreo per l'Ospedale Maggiore di Milano (1964), un gruppo per il santuario di Nostra Signora di Fatima in Florida.
Ricordiamo anche i suoi interventi nella Chiesa di San Giovanni Battista sull'Autostrada del Sole di Firenze, all'Hospitium di Camaldoli, al palazzo della FAO a Roma, ad Arenzano, ad Algeri, a Buenos Aires e in tante altre città del mondo.
Nel 1973 gli viene riservata una sala personale nella Collezione d’Arte Moderna Religiosa dei Musei Vaticani.
Muore a Castel Bolognese nel 1988.
[per saperne di più vedi www.castelbolognesenews.eu]
Alessandro Sostegni
Monsignor Sostegni fu il parroco che iniziò la costruzione della Chiesa dell'Immacolata. Egli nacque a Seravezza il 1 ottobre 1876, fece gli studi nel Seminario di Cestello e fu ordinato Sacerdote il 18 agosto 1901. Svolse il suo primo Ministero a San Giovanni in Sugana, (San Casciano in Val di Pesa), come cappellano, poi divenne parroco, nel 1903, della chiesa di San Lorenzo alle Croci nel Mugello, dove rimase fino al 1926.
Successivamente ottenne, come era suo desiderio, una parrocchia più vasta e fu inviato presso San Martino a Montughi, il 16 ottobre 1926. Nel 1932, dopo la visita pastorale dell'arcivescovo Elia Dalla Costa a Montughi, don Sostegni capì che era giunto il momento di costruire una nuova chiesa nella piana sottostante al colle, per avvicinare e servire meglio la popolazione che si espandeva.
Alessandro Sostegni iniziò la sua carriera di parroco il 28 luglio 1926, alla morte del priore Scarselli. Nel 1927 fece restaurare completamente la Chiesa di San Martino a Montughi e ricevette la visita del cardinale Alfonso Maria Mistrangelo e, nel 1932 e 1933 quelle del cardinale Elia Dalla Costa1.
La Compagnia del Santissimo Sacramento, sciolta dal granduca Pietro Leopoldo nel 1776, rinata nel 1791, fu sciolta nuovamente nel 1902 e ricostruita il 27 gennaio 1927 da Alessandro Sostegni.
Il 13 marzo 1929 Alessandro Sostegni ricevette in affidamento un crocifisso il legno del XV secolo, opera di Romualdo da Candeli, da parte della Regia Soprintendenza all'Arte Medievale e Moderna della Toscana , per volontà del Ministero competente; questo crocifisso fu posto nella chiesa di San Martino a Montughi fino al 1936, quando venne trasportato alla nuova chiesa dell'Immacolata, dove si trova tuttora.
Nel 1939 consegnò alla Soprintendenza un dipinto del Vignali, firmato e datato 1631.
A causa della costruzione della nuova chiesa, sorse pure un contrasto fra Alessandro Sostegni e Giulio Facibeni; infatti, quest'ultimo saldò i debiti derivanti dall'edificazione dell'Immacolata, acquistando, con una procedura irregolare secondo il diritto canonico, i terreni e la canonica di San Martino a Montughi, per conto dell'Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa. La questione, che interessò anche il cardinale Dalla Costa, si risolse soltanto negli anni sessanta.
Don Sostegni si adoperò molto, nella seconda guerra mondiale, durante il periodo dell'occupazione tedesca a Firenze (1944). Infatti, si recò più volte a protestare presso il Comando delle truppe, accampate nelle zone della chiesa, a causa dei molti furti e delle molte violenze che avvenivano per opera dei nazisti, nonostante le risposte sconfortanti e le minacce che ogni volta riceveva. Cercò anche dei viveri per tutti quelli che erano alla fame; inoltre, nell'atrio del vicino Cinema Vittoria, provvide anche a soccorrere i feriti e a benedire i morti. Durante l'occupazione, per il suo impegno, alcuni Ufficiali dell'Esercito di liberazione, gli proposero l'iscrizione fra i partigiani. Don Sostegni ringraziò senza accettare, nonostante tale nomina fosse accompagnata da un premio di trentamila lire, comunque, al parroco fu consegnato un diploma del Comandante in capo delle Forze Alleate , generale Harold George Alexander, che attestava la sua qualifica di patriota (certificato n. 25377)2.
Nel 1935 si recò a Lourdes e, al ritorno, iniziò la costruzione di questa nuova chiesa che dedicò all'Immacolata.
Morì il 16 dicembre 1955, mentre era in ritiro per gli Esercizi Spirituali a Villa Sant'Ignazio nei pressi di Firenze, colpito da angina pectoris.
Padre Sisto da Pisa dedicò la sua opera intitolata “Storia della venerabile prioria di San Martino a Montughi” ad Alessandro Sostegni3.
Curiosità
Chi era Ferdinando Paoletti?
Ferdinando Paoletti (Bagno a Ripoli 1717 - 1801), parroco di San Donnino a Villamagna, unì all'amore per la propria parrocchia (scelse di rimanere un semplice parroco di campagna, malgrado godesse dell'amicizia e della stima del principe Pietro Leopoldo, il quale avrebbe preferito vederlo vescovo) quello per la campagna, tanto da essere definito il "parroco agronomo".
Scrisse diverse opere, tra cui ricordiamo Pensieri sopra l'agricoltura (1769) e L'arte di fare il vino perfetto e durevole (1774); fu anche accademico dei Georgofili.
Come per altri parroci di campagna, eruditi, illuminati, a volte soci dell'Accademia dei Georgofili, anche don Ferdinando dovette superare non poche difficoltà a causa dei suoi studi non del tutto canonici, malgrado fosse uno zelante ministro di Dio, gli venne contestato non essere proprio a un sacerdote, il dedicare tempo allo studio dell'agricoltura!
Per saperne di più vedere un'interessante articolo di Toscana Oggi e il testo di una lapide del comune di Bagno a Ripoli che lo ricorda.
♦ Per un curioso caso di omonimia, il parroco che successe a Don Sostegni, si chiamava anche lui Paoletti! Si tratta di Don Manfredo Paoletti, già curato della parrocchia. Quando morì, a soli 38 anni, per un male incurabile, lasciò un grande vuoto nel popolo di Montughi.
I nostri parroci
- Don Alessandro Sostegni (dalla fondazione a fine 1955)
- Don Manfredo Paoletti (dal 1956 al 1962)
- Don Giovanni Conti (dal 1962 al 2007)
- Don Gherardo Gambelli e Don Massimiliano Villani (cooparroci dal 2007 al 2011, Don Gherardo attualmente si trova in missione in Ciad)
- Don Massimiliano Gabbricci (dal 2011 al 2017)
- Don Maurizio Tagliaferri (dal 2017 - attuale!)
Bibliografia e Note
Bibliografia
Calcedonio Donato, Dal colle al piano - La Parrocchia dell'Immacolata e San Martino a Montughi, Edizioni della Parrocchia dell'Immacolata a Montughi, Firenze, Via F.Paoletti 36 - 1996
Note
1 C. Donato op. cit. p. 2
2 A. Sostegni, Memorie , ms. A.P.I. in C.Donato, op. cit. p.182-185
3 Citazione di Padre Sisto in C. Donato, op. cit. p. 2
Parte delle informazioni qui sopra sono tratte da Wikipedia - La Chiesa dell'Immacolata (Firenze).